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“non ce la farò mai” e “io non sono portato…” è davvero così?

Contributi su Motivazione e Linguaggio in occasione della giornata europea delle lingue

In occasione della Giornata Europea delle Lingue, il 26 settembre, si è svolto ad Aprilia, presso lo Studio un seminario su Il Cervello Multilingue. È stata l’occasione per riflettere sull’importanza dell’apprendimento e dell’esercizio delle lingue in tutto il ciclo di vita, a partire dalla prima infanzia fino all’età più avanzata.


In particolare si è dato spazio all’analisi di comportamenti e vissuti legati all’apprendimento delle lingue nelle fasi successive all’apprendimento infantile, in cui si impara “senza fatica”, e ci si deve confrontare con le difficoltà dello studio e gli imbarazzi dei dubbi.



Dopo la fase critica, nozione ancora oggi presente, ma senza le rigidità del passato, in cui, in sintesi, la flessibilità delle strutture cerebrali rende più semplici l’apprendimento della lingua tra i 2 e i 12 anni, tutti sperimentiamo una crescente difficoltà nello studio di una lingua straniera.

In questa fase diventa centrale la motivazione, vale a dire l’insieme delle ragioni che ci spingono ad adottare un comportamento e in base alle quali attribuiamo ad esso un significato. Per lo studio e la motivazione è interessante fare riferimento ai contributi del filone della teoria delle attribuzioni, costruito da diversi psicologi.

Quando dobbiamo spiegare un fatto, ad esempio una difficoltà nell’apprendimento delle lingue, ci impegniamo in un processo di individuazione delle “cause” che segue tre principali assi:

  • il primo riguarda la sede, il locus, che può essere interno, se ci riguarda, o esterno, se riguarda fattori diversi da noi.

  • La seconda dimensione su cui viene effettuata un’attribuzione importanza per orientare poi la nostra motivazione concerne la stabilità o l’instabilità di una data condizione.

  • La terza ed ultima condizione, infine, riguarda la possibilità di controllare questa situazione e si distingue tra attribuzioni controllabili e altri incontrollabili.


Se l’attribuzione della difficoltà ad apprendere una lingua, o un cattivo risultato a scuola, sono attribuiti a una condizione interna, stabile e incontrollabile la persona sarà portata a ridurre il suo impegno e a trovare obiettivi diversi, magari svalutando il compito in cui sente di aver fallito. Sono tante le frasi che si sentono in queste fasi, ad esempio “Non sono portato” o “ormai è troppo tardi”.


Lavorando sugli aspetti motivazionali è possibile invece ridare energia alla capacità naturale di apprendere, sostenendo il percorso, per quanto accidentato e faticoso.


Un’attribuzione delle difficoltà da affrontare di tipo interno, instabile e controllabile consegna alla persona la consapevolezza di poter cambiare la situazione, impegnandosi maggiormente, iscrivendosi a un corso, facendo un viaggio.

Lo psicologo può svolgere il ruolo di sostegno e consulenza nell’educazione alla corretta gestione della motivazione in ogni fase della vita e rispetto ai più diversi ambiti, dal lavoro allo sport, dalla formazione al rispetto di regimi alimentari.

Nel periodo scolastico, della vita professionale e oltre il suo termine la consapevolezza delle proprie motivazioni è centrale per il benessere e il buon funzionamento. L’apprendimento e l’esercizio delle lingue poi, passaggi difficili per la memoria, la pronuncia e l’apprendimento, sono momenti in cui un corretto processo di riconoscimento della dinamica motivazionale può prevenire da abbandoni precoci e scarsi risultati, favorendo la soddisfazione e l’incremento dell’apprendimento.


Paolo Guaramonti

Psicologo, Danzaterapeuta


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